VINTAGE CARTOON
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Continuiamo con la rubrica "Inspired", che ci aiuta ad accomunare i nostri artisti emergenti alle correnti più note, che si sono affermate dall'inzio del Novecento ad oggi.
In questo nuovo appuntamento assoceremo le creazioni artistiche di Pigna ad una forma d'arte, che solo più recentemente si è imposta come tale: i fumetti e i cartoon.
In particolare qui si indagherà su come alcune icone ed elementi tipici dei cartoon in bianco e nero degli anni '30, hanno influenzato una certa arte dal gusto più contemporaneo, con un ritorno anche all'elemento creepy, che affascina un certo tipo di artisti.
Chi guardando i cartoni di inzio secolo non si è posto la domanda di come potessero piacere ai bambini dell'epoca? Molto spesso le faccie dei protagonisti si trasformano in deformi ed inquetanti maschere di paura, le storie sono spesso buie e un po' gotiche. L'immaginario è quindi lontanissimo dalla visione attuale più rassicurante dei cartoni animati allegri e colorati.
Come prima cosa si deve subito notare che le tecniche di animazione erano all'epoca assai rudimentali ed i movimenti non erano fluidi, contribuendo ad accentuare uno strano effetto disarmonico che, associato ad un disegno altrettanto basilare, creavano personaggi inquetanti e vagamente tenebrosi.
Non è però un caso che proprio nel 1929 in America si vide il fiorire di questo tipo di animazione dark, in quegli anni ebbe inzio un periodo tragico, che vide abbattersi sul paese la Grande Depressione.
Questi anni portarono con se fame, povertà e una forte crisi sociale, che a seguire sfociò nella Seconda Guerra Mondiale. Paradossalmente anche nei cartoni animati, così come nell'arte contemporanea, si filesse quell'atmosfera pesante, ecco che ambientazioni lugubri, come cimiteri, case abbandonate ed infestate di scheletri e fantasmi sono proposte nei cartoon per i più piccoli.
Anche tra gli artisti più contemporanei c'è un ritorno al dark e alle ambientazioni creepy, non è assolutamente un caso, sopratutto se si fa una comparazione tra le epoche storiche.
Questi nostri anni sono molto simili agli anni '30 del Novecento, anni di forti contraddizioni dove la depressione è assai presente non solo economicamente, ma anche psicologicamente, tra la popolazione serpeggia un forte stato di alienazione ed infelicità, molto spesso causato dalla società attuale che è stata strutturata secondo le logiche della globalizzazione a discapito della libertà individuale.
Anche le vicende pandemiche degli ultimi anni non hanno di certo migliorato la situazione creando isolamento e straniamento sociale.
Pigna è portavoce di questi stati d'animo e usa le iconografie dei cartoon vintage per espirmere l'inquetudine dell'animo umano, le deformità dei corpi e i volti sardonici in qualche modo ritronano attualissimi.
Negli episodi dei cartoon i vari portagonisti iconici come Topolino, Betty Boop, Braccio di Ferro, Bosko, Felix e Koko il Clown Fantasma si ritrovano a dover sopravvivere a rottambolesche avventure, dove situazioni spaventose vengono presentate in chive grottesca così da risultre ancora più sconvolgenti.
I finali però sono sempre positivi e i vari protagonisti riescono sempre a farla franca, anche questo vuole essere un messaggio di speranza e di resilienza, termine assai in voga nei nostri anni.
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