URTO

URTO, nasce nel 1987 a Catanzaro, solare capoluogo della Calabria, che bagna la sua parte più meridionale delle acque dello Jonio.

La chiamata artistica arriva molto presto
In terza media scappa (spaventato e felice! n.d.r)  per aver dipinto il bandone di una scuola. Da quel momento poi però inizia a dipingere con più tranquillità.

Giovanissimo faceva le scritte sul diario dei mie compagni poi dal ferramenta ha comprato le bombolette, le “Happy Color” che a volte usa ancora "Dopo alcune cattive compagnie mi hanno portato sulla giusta strada".

In principio era un solo spray e una sola scritta, tutto qui. La sintesi perfetta. Con il tempo gli spray hanno cominciato ad essere due, poi tre e la scritta ha cominciato a prendere una forma ed uno spessore, con un riempimento ed un outline. Con il trascorrere degli anni sono nati i primi pezzi, i primi puppet e i primi graffiti illegali. 

"Quello che cerco di non perdere mai di vista è la spinta che mi ha fatto cominciare e che tutt’oggi sopravvive, anche se si è evoluta ed è cambiata. Lasciare una traccia è la cosa più importante di tutte. Lasciare un segno significa lasciarsi dietro un pezzo, colorato o argento, curato o veloce (ma anche le cose veloci sono curate a modo loro), sul metallo o sul cemento. Questo lo stabilisci di volta in volta, quello che c’è intorno è una pagina vuota da riempire, da raccontare."

Urto ama rimanere ancorato alle sue origini di street artist, anche il nome ne è una testimonianza, una Tag veloce e bilanciata che rende bene l'idea della sua arte.

Oltre ai graffiti, ama la grafica, la digital art e l’aerosol art. Poi, dice, mi sono ricordato che oltre alle bombolette e il computer esistono i pennelli, i colori acrilici, la china, le tempere, gli acquerelli e allora ho iniziato a usare anche quelli.