DALLA KITSCH ART ALLA TOY ART
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Oggi per la rubrica “Inspired" parleremo della Kitsch Art, che può essere definita una costola contemporanea della Pop Art, cioè la Neo-popart e della Toy Art e di come queste due correnti dialoghino attraverso un terreno condiviso.
Il fondatore dell'arte kitsch è il celebre artista Jeff Koons, sfidiamo chiunque stia leggendo questo articolo a non aver mai visto famosi palloncini a forma di cagnolino!
Queste scintillanti sculture che, appunto, rasentano un gusto un po’ eccessivo e pomposo hanno lo scopo di illustrare ironicamente " L’American way of life" e la sua tendenza al consumismo. Questo tratto lo ritroveremo ben presente nelle opere di Whaitshisname.
Consumismo, banalità, apparenza e frivolezza sono i temi con i quali si confronta Jeff Koons. Attraverso le sue creazioni Koons vuole spezzare l’egemonia delle upper class nel mondo dell’arte e in un sistema che rimane occulto ai più. Dietro all’apparenza vuota e puramente estetica si cela una vera lotta di classe, ovvero il superamento della impermeabilità fra le classi sociali.
A tal fine è necessario che il confine tra la cosiddetta cultura alta, cui tradizionalmente appartiene l’arte più storicizzata ed apprezzata dal pubblico dei collezionisti e la cultura bassa, cioè popolare, che comprende anche la categoria del Kitsch, venga infranto.
Quello che fa Koons è portare tutti i paradigmi della middle class all’interno di ambienti dedicati alla cultura, che canonicamente sono frequentati dalle classi più alte come musei, fondazioni, luoghi istituzionali deputati all’arte, diventando essa stessa oggetto di culto all’interno di questi ambienti e abbattendo quindi i confini.
“…(Jeff Koons) Mette a nudo il lato kitsch del nostro attaccamento agli oggetti…Egli afferma che la sua opera aspira a comunicare con le masse attraverso un vocabolario visivo estrapolato della pubblicità commerciale e dall’industria dell’intrattenimento, portando al limite il confine tra linguaggio artistico, cultura popolare”
Ogni spettatore davanti ad una sua opera si sentirà quindi a suo agio questo a prescindere dalla sua estrazione sociale perché ciò che vede e il linguaggio usato appartengono anche al suo mondo e a ciò che conosce.
Questo è il fulcro: la Toy Art è un movimento molto più giovane rispetto a quello di Koons e ripropone questo schema, ma lo eleva attraverso una cultura sì Pop, ma anche Street e non per ultima Manga, creando una serie di citazioni accessibili a tutti, ma non conosciute da tutti. In un Melting Pot di riferimenti che è poi il naturale specchio della nostra cultura globalizzata e di una società fluida. I collezionisti non sono solo fruitori passivi, ma creano l’immaginario di riferimento insieme all’artista condividendone interessi, passioni e riferimenti sociali.
Nelle opere di Whatshisname è evidente l’influenza delle sculture di Koons, ma anche in lui c’è un piglio derisorio, come in un gioco di scatole cinesi Koons è rimasto vittima della sua stessa ironia.
Il giovane artista sprona il sui spettatori a guardare all’ordinario in maniera differente e li colpisce attraverso delle figure che apparentemente possono essere già note, ma che in maniera molto sottile si oppongono. Whatshisname declina i famosi cagnolini nelle pose più ironiche ed irriverenti proprio per divertire e scioccare al tempo stesso il pubblico.
Ecco che la Toy Art irrompe nella Pop Art, ne usa le icone a suo piacimento, le smonta e le ricompone con materiali più comuni e in pose dissacranti, diventando la corrente artistica più attuale ed apprezzata a noi contemporanea.
LE OPERE DI WHATSHISNAME SONO IN VEDITA AL SEGUENTE LINK 👉
https://www.bitgallery.it/collections/whatshiname
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